Sbiancamento dei denti professionale

Oggi lo sbiancamento dei denti, o bleaching, è uno degli interventi della medicina estetica odontoiatrica più praticati. A patto di affidarsi a un dentista bravo ed esperto, infatti, i risultati mantengono le promesse. Questo vale sia per chi si ritrova i denti macchiati per esempio da caffè, vino, fumo, liquirizia, sia per chi ha visto la loro tonalità scurirsi per l’età, oppure presenta per ragioni genetiche, quindi da sempre, una dentatura non propria bianchissima. Spetta però all’odontoiatra valutare caso per caso (esistono controindicazioni e limiti) e prescrivere eventuali trattamenti preliminari indispensabili.

Sbiancamento dei denti professionale, come si svolge?

 
La seduta che ti permette di dire addio ai denti gialli inizia con l’igiene professionale e uno smacchiamento superficiale tramite air flow (miscela di bicarbonato sodico e aria). Dopodiché l’odontoiatra può valutare la reale tonalità di colore dei tuoi denti e calibrare di conseguenza il trattamento sbiancante. Questo si basa sull’utilizzo di perossido d’idrogeno o perossido di carbammide. Ambedue i principi attivi sono efficaci, la sola differenza è che il perossido d’idrogeno ha un’azione più rapida, mentre il perossido di carbammide offre un risultato lievemente più duraturo.
 
La concentrazione di sostanza impiegata per sbiancare i denti generalmente è intorno ai 40%.
 La durata media della seduta è di 60-90 minuti, durante i quali il perossido d’idrogeno o di carbammide si scompone liberando ossigeno attivo. E’ quest’ultimo che reagisce con i pigmenti responsabili del colore ingiallito o ingrigito dei denti, frammentandoli e rendendoli così invisibili. Per potenziare la reazione si usano:
 

  • laser (solitamente a diodi)
  • lampada UV
  • lampada a led

 
Se lo sbiancamento denti ne include uno o più devitalizzati il procedimento cambia. Il dentista infatti deve far penetrare il principio attivo nel dente tramite una minuscola cavità, precedentemente aperta sul lato posteriore del medesimo. Al termine la cavità viene ovviamente sigillata.
 
 

Lo sbiancamento è davvero efficace?

 Sì, rende i denti più candidi e lucidi ma l’effetto è anche in funzione del colore originale e della natura delle macchie/tonalità scure. I più problematici sono gli ingiallimenti da assunzione, durante l’infanzia, di tetracicline oppure di dosi eccessive di fluoro. Ad ogni modo è possibile ripetere più volte il trattamento, se il dentista valuta che ne esistano i presupposti.

 

Quanto dureranno gli effetti del trattamento sbiancante?

 Lo sbiancamento dei denti alla poltrona offre risultati immediati, che diventeranno più evidenti nelle ore successive. Per un effetto duraturo però è indispensabile attenersi alle raccomandazioni dei migliori odontoiatri, evitando in primis:
 

  • caffè
  • fumo
  • the
  • vino rosso
  • cioccolato
  • liquirizia
  • coca-cola

 
Inoltre è necessario per i primi 20 giorni attenersi a una dieta in bianco, ossia a base di cibi non acidi e non pigmentati, quali patate, pasta, riso, latte, cavolfiori, carni bianche. Nel caso trasgredissi ridurresti notevolmente l’efficacia del trattamento sbiancante.
Se segui le prescrizioni del dentista la durata media (sono possibili ampie oscillazioni!) del bleaching è 2-4 anni, dopodiché puoi ripeterlo. Nel frattempo non dimenticare di effettuare sedute d’igiene dentale regolari.
 

Lo sbiancamento dei denti ha effetti collaterali?

 La salute dei denti e dello smalto non ne risente, sono stati effettuati vari studi in merito che lo testimoniano. Fondamentale a tal proposito, però, è scegliere un dentista bravo e onesto, che applichi dosaggi e tempi di posa adatti al singolo caso, e non effettuare lo sbiancamento in presenza di determinate patologie del cavo orale (vedi sotto).
 
Il gel sbiancante solitamente contiene anche sostanze quali nitrato di potassio e fluoro a effetto protettivo e lenitivo. Durante la seduta e nelle 24 ore successive è comunque frequente un’ ipersensibilità dentale che si risolve spontaneamente. Quanto alle gengive, prima del bleaching il professionista applica una protezione tramite resine fotoindurenti o diga. Una lieve gengivite transitoria può ugualmente manifestarsi, ma come la sensibilità dentinale regredisce nell’arco di 2-3 giorni.
 
 

  Tutti possono sottoporsi al bleaching?

 Alcuni pazienti presentano controindicazioni assolute o relative allo sbiancamento dei denti. La controindicazione assoluta principale è l’allergia ai principi attivi utilizzati, oltre a patologie che rendono difficoltosa l’apertura del cavo orale per il tempo necessario al trattamento. Le controindicazioni relative sono rappresentate da condizioni transitorie (quindi basta avere pazienza!) oppure da cause che secondo il parere del dentista devono essere rimosse prima del bleaching. Le principali sono:

  • età inferiore a 18;
  • gravidanza;
  • allattamento (come le prime 2 è sufficiente attendere);
  • carie;
  • gengiviti;
  • recessioni gengivali;
  • granulomi;
  • ascessi;
  • denti scheggiati;
  • parodontite;
  • discromie da tetracicline;
  • fluorosi.

Le ultime 2 cause non escludono un trattamento immediato, ma i risultati, soprattutto in caso di fluorosi, potrebbero rivelarsi deludenti. In presenza di otturazioni in resina o corone, che non reagiscono mai allo sbiancamento, si creerebbe un successivo contrasto antiestetico. Poiché la finalità del bleaching è estetica bisogna quindi rifare le otturazioni o le capsule, se posizionate dove risultano visibili.

Quanto costa lo sbiancamento?

Oggi il bleaching è a portata di ogni tasca, contattaci per una visita ed un preventivo senza impegno e sorridi al mondo!